venerdì 29 marzo 2013

GIU'...stò nel male e nel BENE.

All'ora GIU'STA' prese posto con gli altri 12 e disse loro: «desidero tanto compiere il MIO passaggio nel mio REGNO e, perTANTO, non vivrò più in voi fino a quando non vi riconoscerete in ME».
Aggiunse: «Questo è il nuovo corpo dato a voi in meMORIA del mio sangue che scorrerà per voi».

«Ma ATTENTI, la stessa vostra mano può tradire il Figlio dell’Uomo che, altriMENTI, se ne va, secondo quanto è stABILIto, E guai a CHI TRA-DICE in QUESTA VITA STESSA!».

«Le nazioni vengono governate da re, ma spesso cadono nella loro stessa corruzione; Voi però non fate così. Mentre CHI sa far GOVERNARE tutti in se stessi ... sono chiamati BENE-FATTORI, perCIO' in voi fate diventare più giovane il più grande per SERVIRE in SPIRITO se stesso in funzione della VITA E TERNA. CHI E' in MEZZO E' COLUI che serve. CHI perseVERA con lo SPIRITO nel MEZZO è meritevole di conDIVIDERnel REGNO, come CHI all'inizi ha preparato il REGNO MIO, affinché mangiaste e beveste all'UNICA MENsa nell'UNICO REgno. E GIUDICHERTE il TUTTO.

Sarete scovati e vagliati come il grano; ma la vostra fede non verrà meno. E ognuno, una volta convertito il più piccolo, in VOI, Egli conFERMERA' i propri fratelli maggiori. Non siete, adESSO, pronti ad andare anche in prigione e a morire, ma supererete la negazione di chi vi DONA la VITA attraverso la MORTE di croce».


Poi disse loro: «Quando vi ho mandato senza SACCA, né mezzo, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una SACCA la riEMPIA e chi non ha LINGUA, venda lo SPIRITO e ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: “E fu annoverato tra gli EMPI”. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento». Ed essi dissero: «SIGNOre, ecco qui due spade». Ma egli disse: «Basta!».
Uscì e andò, come al solito, SUunto; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non ESSERE introDOTTI nella tentAZIONE». Poi si allontanò da loro circa un tiro di Pietra, cadde in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la volontà del messo, ma quella dello SPIRITO». Gli apPARVE allORA AnGELO dal cielo per conFOR.Tarlo. CominCIO' la LOTTA, pregANDO' più INTESA-mente, e il suo SUdore diVentò COME gocce di Net.Tare che cadono sulla Terra. Poi, riALZA-tosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormiVANO per la TRISTEzza. E disse loro: «Perché dorMITE? ALZAteVI e pre-GATE, per non VENIR introDOTTI nella tentAZIONE».

Mentre anCORa egli parLAVA, ecco giUNGERE una MOLTItu-di-ne di genTE; coLui che si chiAMAVA GIU'dai, uno dei 2dici, li preCEDEVA e si avVICINO', cercando di ABBracciarLO per BACIArlo. Gesù gli disse: «GIU' tu mi baci e traDICI così il Figlio dell’Uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «SiGNORE, dobbiamo colpire con la LINGUA?». E uno di loro colpì il MEZZO del sommo sacerDOTE e gli staccò l’OREcCHIo dESTRO. Ma lo SPIRITO interVENNE dicendo: «lASCIAte! bASTA cOSI!». E, TOCCAnDOGLI l’OREcCHIo, lo guarì. Poi lo SPIRITO disse a coLORO che erano venuti contro di LUI, capi dei sacerDOTI, capi delle GUARDIe del tEMPIO e anziANI: «Come se fossi un LA'dro siete VENUTI con LINGUE e bASTOni. Ogni giorno ero con voi nel tEMPIO e non avete mai MESSO le mANI su di ME; ma questa è l’ORA vosTRA e il POTEre delLE TENEbre».

DOpo' averLO catTURATO, lo conDUSSEro VIA e LO FECEro enTRARE nelLA caSA del sOMmO sacerDOTE. La PieTRA lo seGUIVA da lontANO. AveVANO acCESO un fuOCO in MEZZO al CORtile e si erANO SEDUti atTORNO; SEDEtte anCHE PIE'tra in MEZZO LORO. Una gio'VANE mezza LO VIDE SEDUto VICIno al FUoco e, GUARDIAndolo atTENTAmente, disse: «ANche queSTO ERA con lui». Ma egli negò dicendo: «O FaMALE, non lo CONOsco!». POco doPO un alTRo lo VIde e DIsse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma PieTRA risPOSE: «O MALE, non LO SOno!». Passata circa un’ORA, un altro INeSISTEVA: «In verità, anche questi ERA con lui; infatti è GaliLeo». Ma PieTRA dISSE: «O MALE, NOn SO quelLO che DICI». E in quell’isTANTE, MENtra anCORa parLAVA, un gALLO cANTO'. AllORA il sIGNORE si voltò e fissò lo sGUARDIA su PieTRA, e egli si riCORDO' della PARola che il sIGNORE gli avEVA detto: «pRIMA che il gALLO cANTI, OgGi mi rinNEGHERAI tre volte». E, USCIto fuORI, piANSE aMARAmente.

E inTANTO i MALI che aveVANO in CUSTO-dia GIU'eSU' LO deRIDEvano e lo picchiaVANO, gli bendaVANO gli ocCHI e gli diceVANO: «Fa’ il proFeto! Chi è che ti ha FEcolpiTO?». E molte alTRE cOSE diceVANO CONtro di lui, inSUltanDOLO.


ApPENA fu giorno, si riunì il consiglio degli anziANI del POPOlo, con i capi dei sacerDOTI e gli scribi; lo CONDUssero dAVANTI al LORO SINEdrio e gli dissero: «Se tu sei il CHI STO' DIllo a NOI». Rispose loro: «Anche se VE LO DICO, non mi creDERETE; se vi inTERROgo, non mi riSPONDErete. MA L'ORA in poi il Figlio del PADRE sieDERA' alLA dESTRA delLA Potenza DIO». AllORA tutti disSEro: «TU dunQUE SEI il Figlio di Dio?». Ed egli rispose loro: «Voi stESSI DITE che IO lo SONO. E quelli dissero: «Che biSOGNO ABBIamo anCORa di TESTI-MONIanza? L’ABBIamo uDITO noi stessi dalLA SUA BOCCA».

Tutta l’ASSEemblea si ALZO'; LO CONDussero da PILAto e coMINCIArono ad acCUSArlo: «ABBIamo trovato COSTui che METTEva in agitAZIONE il nostro poPOLO, impeDIVA di paGARE TRIbuti a CesARE e afFERMAVA di ESSEre CHI-STO' RE». PiLATO allORA lo inTERROgò: «SEI tu il RE DEI GIU'DEI?». Ed egli rispose: «TU lo DICI». PiLATO disse ai capi dei sacerDOTI e alla FOLLA: «Non trOVO in quest’uowo alcun MOTIvo di condANNA». Ma essi INSIsteVANO dicendo: «CosTUi solLEVA il poPOLO, inSEGNAndo per tutta la GIU'Dea, dopo aver coMINCIato dalla GALIlea, fino a qui». uDITO ciò, PiLATO doMANDO' se quell’uowo ERA GALIleo e, SAputo che STAva sotto l’auTORItà di eRODE, lo rinVIO' a eRODE, che in quei giorni si trovava anch’egli.


VEDEndo GIU-SU', eRODE si rallegrò molto. DA MOLTO tempo IN FATTI deSIDEava VEDErlo, per AVERne senTITO PARlare, e SPERAva di VEDEre qualCHE MIRAcolo FATTO da lui. Lo inTERRO-GO', facenDOGLI molte doMANDE, ma egli non gli rispose nulla. Erano preSENTI anche i capi dei sacerDOTI e gli scriBI, e insisteVANO nell’accUSArlo. Allora anche eRODE, con i suoi solDATI, lo inSUltò, si fece BEFFE di lui, gli mise adDOSSO una splendida vESTe e lo riMANDO' a PiLATO. In quel giorno eRODE e PiLATO diVENTarono aMICI tra loro; prima iIN FATTI tra loro vi era stata iNIMIcizia.

PiLATO, riUNIT i capi dei sacerDOTI, le auTORItà e il poPOLO, disse loro: «Mi aVETE PORTAto quest’uowo come aGITAtore del poPOLO. Ecco, io l’ho esaMINATO dAVANTI a voi, ma non ho trovato in quest’uowo nessuna delle COLPE di cui lo accUSATE; e neanche e RODE: IN FATTI ce l’ha riMANDATO. Ecco, egli non ha fatto nulla che meRITI la mORTE. PerCIO', doPO AVERlo pUNITO, lo riMETTERO' in liBERtà». Ma essi si MISERO a griDARE tutti inSIEme: «ToGLI di MEZZO COSTui! RiMETTICI in liBERtà BarABBA'!». Questi ERA stato mESSO in priGIONE per una riVOLTA, sCOPPIAta in città, e per OMIciDIO. PiLATO PARlò loro di nuOVO, perché voLEVA riMETTERE in liBERtà GIU'-SU'. Ma ESSI URLA-VANO: «CROCIfiggilo! CrociFIGGILO!». Ed egli, per la TERZA volta, disse loro: «Ma che MALE HA FATTO COSTui? Non ho TROVAato in lui nulla che meRITI la morte. Dunque, lo PUNIrò e lo riMETTERO' in liBERtà». Essi però insisteVANO a gran VOCE, CHIeDENDO che venISSE crociISSO, e le loro grida CRESCEvano. PiLATO allORA DECIse che la loro riCHIESTA venISSE eSEGUITA. RiMISE in liBERtà coLUI che era stato mESSO in PRI-GIONE per riVOLTA e OMIciDIO, e che ESSI riCHIedeVANO, e conSEGNO' GIU'SU' al loro VOLEre.

MENtre lo conDUCEvano VIA, FERMArono un CERTO SiMONE di ciRENE, che tornAVA dai cAMPI, e gli MISERO addOSSO la croce, da porTARE dietro a GIU'SU'. Lo SEGUIva una GRANde MOLTItudine di poPOLO e di DONNE, che si BATTEvano il PETTO e FACEvano laMENTI su di lui. Ma LUI, VOLTAnDOSI vERSO di loro, disse: «Figlie di GIUsalente, non PIANGEte SU di ME ma PIANGEte SU voi stESSE e sui VOStri figli. Ecco, verrANNO giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i GREMBI che non hanno GENErato e i seni che non hANNO alLATTATO”. AllORA comincerANNO a dire ai MOnti: “CADETE su di noi!”, e alle colline: “COPRIteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avVERRA' del legno sECCO?».
InSIeme con lui veniVANO conDOTTI a morte anche altri DUE, che erano MAL-FATTOri.

QuANDO GIUNSEro sul luogo chiAMATO TEsCHIo, VI crociFISSERO LUI e i malFATTORI, uno a dx e l’altro a sx. GIU'SU' diceva: «Padre, perDONA loro Perché NON sANNO quello che fANNO».
Poi DIVIDEndo le SUE vesti, le TITArono a sorte.

Il poPOLO stAVA a VEDEre; i capi inVECE lo deRIDEVAno DICEndo: «Ha SALVAto altri! SALVI se stESSO, se è LUI il CHI-STO dIO, l’ELETTO». AnCHE i SOL-DATI lo deRIDEVANO, gli si acCOSTAvano per pORGErgli dell’aCETO e DICEVAno: «Se TU SEI il re dei GIU'DEI, salva te stESSO». SOPRA di LUI c’era anche una scritta: «Costui è il Re DEI GIU'DEI».

Uno dei malFATTOR apPESI alla croce lo inSULTAva: «Non sei tu il CHIsto? Salva te stESSO e noi!». L’altro inVECE lo rimPRO-VERAva dicendo: «Non hai alcun TI-MORE di Dio, tu che sei condANNATO alla stESSA pena? Noi, GIU'staMENTE, perché riceviAMO quello che abbiAMO MERItato per le nostre aziONI; egli inVECE non ha FATTO nulla di MALE». E disse: «GIU'-SU, riCORDAti di me quando enTRErai nel tuo REGNO». Gli rispose: «In verità io ti dico: OGGI con me SARAI nel PARAdiso».

ERA GIA' VERSO mezzo-giorno e si fece buio su tutta la terra fino alle TRE del PO'meriggio, perché il sole si era eclISSATO. Il VELO del tempio si squarciò a metà. GIUsù, griDANDO a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani conSEGNO il mio SPIRIto». Detto questo, SPIRO'.

PIEGATEVI!

VI STO CIO' che era acCADUTO, il CENTUriONE dAVA gloria a Dio DICEendo: «Vera-mente quest’uowo era GIU'STO'». COSI' pure tutta la FOLLA che era venuta a vedere questo SPETTAcolo, riPENSAndo a quanto era aCADUTO, se ne tornAVA batTENDOsi il petto. Tutti i suoi cONO-scenti, e le dONNE che lo aveVANO se-guito fin dalla gALIlea, staVANO da lonTANO a guarDARE tutto questo.

Ed ECCO, vi era un uowo di nome GIU'-SEPPE, membro del Sine-drio, buono e GiùSsto. Egli NON aveva adeRITO alla decisiONE e all’OPERAto degli altri. Era diARI-ma-Tea, una città della GIU'Dea, e aspettAVA il regno di Dio. Egli si preSENTO' a PiLATO e CHIESE il corpo di GIU-sù. Lo dePOSE dalla croce, lo avVOLSE con un lenSuolo e lo MISE in un sePOLCRO scavato nella roccia, nel quale nessUNO era stato ancora sePOLTO. Era il giorno della ParaSCEVE e già SPLENDEvano le LUCI del SA-BATO. Le donne che erano VENUTE con GIU'sù dalla GALAlea seguiVANO GIU'-SEPPE; ESSE OSSErvarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di GIUsù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli proFUMATI. Il SETTIMO giorno OSSErvarono il riPOSO come era preSCRITTO agli INIZI.

5 commenti:

  1. Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 18,1-40.19,1-42.
    Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli.
    Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli.
    Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi.
    Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?».
    Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era là con loro anche Giuda, il traditore.
    Appena disse «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra.
    Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno».
    Gesù replicò: «Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano».
    Perché s'adempisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato».
    Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco.
    Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?».
    Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono
    e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno.
    Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: «E' meglio che un uomo solo muoia per il popolo».
    Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote;
    Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro.
    E la giovane portinaia disse a Pietro: «Forse anche tu sei dei discepoli di quest'uomo?». Egli rispose: «Non lo sono».
    Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
    Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina.
    Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto.


    DON ALFONSO

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    1. Carissimi,
      dovete sapere che l’essenza delle cose è intrinseca ad esse e dà loro la forma.
      Innanzitutto l’essenza è un’entità immutabile e perfetta che non si trova in questo mondo per intero ma risulta frammentata nelle varie “cose”. Ma qual è il rapporto tra le essenze e le cose? Affermiamo che due cose sono uguali sulla base dell’essenza dell’uguaglianza o giuste in base all’essenza della giustizia. Le cose “partecipano” seppur imperfettamente all’essenza intrinseca. Per esempio le cose che noi consideriamo belle sono tali in quanto partecipano della Bellezza, che rappresenta dunque la causa per cui esse sono e vengono ritenute belle. L’essenza è quindi la condizione dell’esistenza degli oggetti o la loro ragion d’essere.

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    2. Wow...meglio di San Tommaso...!

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    3. Quale TOMMASO ... il DIDIMO?

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    4. C'E' molto basico di PLA...TONE e non a fatto ...ACIDO.

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Se guardate solo quello che la luce rivela e ascoltate solo quello che il suono vi annuncia, allora in verità, non vedete e non sentite.